Ho fatto l’esperienza di utilizzare la meditazione per non sentire: interrompere quel flusso vitale e quell’intimità naturale che si manifesta quando sono in ascolto di ciò che accade in me.
Ho aggiunto al mio sentire precisazioni e indicazioni, motivazioni e spiegazioni, l’ho collocato in un luogo ben preciso, lontano dai rumori assordanti della mente, ma allo stesso tempo controllato dalla mente stessa. Così mi sono sentita a posto, tranquilla.
Nel tempo e con la pratica mi sono resa conto che la meditazione ci chiede di non aggiungere nulla e allo stesso modo di nulla togliere. Il sentire mi appare così nudo, spogliato di ogni riferimento, spogliato di ogni idea, di ogni circostanza e di ogni attenuante.
Il sentire nudo mi porta ad uno stato che non ha bisogno di accessori e di abbellimenti, di considerazione e di approssimazioni.
Quando lo lascio essere nudo, nella sua natura nuda vive esattamente di ciò che è: una sensazione.
Una spinta sul fianco, un tocco al cuore, una vibrazione che attraversa lo stomaco, un palpito sotto la pelle, un’onda pulsante dentro una vena, un restringimento al petto, l’aria sulla pelle, un tremito alla gola, un impulso in un luogo del corpo che non sapevo di avere. Nudo.
Rita Casadio | Febbraio 2020