La pratica del non fare | La meditazione del mese

Il non fare è parte integrante della meditazione eppure va oltre la meditazione stessa.
Se nelle meditazioni tradizionali appoggiamo l’attenzione al respiro, al corpo, oppure all’insieme delle sensazioni del corpo oppure ancora ad un oggetto esterno, il non fare conduce in spazi inesplorati verso i quali siamo spesso restii ad andare.
L’arte del non fare preserva noi stessi, la nostra freschezza e il nostro buon umore, come dice Thich Nhat Hahn nel suo Answers from the Heart.
Nella tradizione buddhista chiama una giornata senza fare niente ‘una giornata pigra’, ma per noi occidentali abituati a correre da una parte all’all’altra, la ‘giornata pigra’ è un compito difficile se non impossibile. Non è facile Essere e basta! Riuscire ad essere felici e sentirsi realizzati quando non facciamo niente porta in evidenza le qualità dell’Essere che  diventa consapevole di essere senza identificarsi con nessuna azione in particolare. Allora ‘Non fare niente’ diventa qualcosa.
Il non fare presuppone che non vi sia sforzo alcuno: fermare e calmare permette al corpo e all’anima che una guarigione accada. Nel non fare abita il momento presente che non necessita di nulla.

La pratica del non fare

L’arte del non fare ha bisogno di tempo e di spazio.
Scegli un luogo tranquillo, uno spazio nel quale puoi sostare e dove ti senti a tuo agio.
Assumi la posizione che preferisci, seduta a gambe incrociate sul cuscino oppure sulla sedia, ma anche sul divano, su una panchina o su un prato.
Rimani il più possibile immobile e ove necessario lascia che i movimenti accadano e osservali consapevolmente.
Per il resto semplicemente stai, senza fare nulla. La tua attenzione è appoggiata al respiro e a ciò che accade dentro. Non c’è nulla da fare, nulla da cercare. Senza fare nulla, osserva con gentilezza ciò che accade in ogni istante; percepisci forse i movimenti interiori, i flussi di energia che seguono il loro corso, il lasciare andare interrotto dal controllo, la pace alternata all’agitazione e all’instabilità. Qualsiasi sia la tua esperienza, lasciale essere insieme a te.

Durata: inizia con 11 minuti al giorno, dapprima ti sembreranno interminabili, poi una volta presa confidenza con la pratica aggiungi 3 minuti al giorno, fino ad arrivare ad una o più ore, mezza giornata e una giornata intera.

Rita Casadio | Febbraio 2018