Il senso di me, oltre l’apparenza

Che cos’è il senso di me? Cosa significa essere umano? Cosa significa essere nel corpo? Quando penso a me di cosa sono fatto?
Ho un corpo, una mente, una forma e un colore. Provo sensazioni quali effetti prodotti dai cinque sensi; ho la percezione, la consapevolezza delle sensazioni e la loro concettualizzazione con la quale la mente   la mente si identifica e forma giudizi. A volte tutto si ferma alla mente e divento ciò che penso, ma so bene che non è così. Eppure nasce l’identificazione con ciò che penso, ed è allora che mi perdo.

La consapevolezza

Consapevolezza, questa potrebbe essere la parola chiave: sono consapevolezza! E’ così che mi ritrovo, attraverso la consapevolezza.
E’ rilevante per la mia vita conoscere come funziona la mente. Quanto davvero crediamo in noi stessi? E come ti vedi rispetto a te stesso? Perché ci comportiamo in un certo modo? Perché è così difficile? Quali pensieri ci incoraggiano? E quali distruggono la nostra autostima?

Ma la consapevolezza può portarmi anche oltre, può guidarmi alla trasformazione di ciò che stato e può condurmi al senso di oltre mia storia personale. Chi sono io al di fuori della mia storia personale? Quale è la meta del mio viaggio nella vita senza il bagaglio del mio passato?

Tutto è mobile, nulla è fisso.

Non esiste un senso fisso di noi; siamo un processo pieno di possibilità. E’ preferibile dare attenzione momento per momento e fare in ogni istante l’esperienza della vitalità nel corpo. Quelle sensazioni, quel sentire che ci confermano che siamo vivi.
Dobbiamo imparare a conoscere le qualità dell’essenza dell’ego, essere curiosi, indagare. Toccare le nostre esperienze di essere vivi, fino in fondo.
Esiste qualcosa di fisso, di interdipendente?
Quando diciamo a noi stessi: Sono alto, sono basso, sono grasso, questo è fisso, mentre la realtà ci insegna che tutto è fluido e dinamico come essere umano. Un concetto dunque non ci permette di abbracciare veramente la realtà.
Chiamo un oggetto per nome, per esempio l’auto, per convenzione, ma poi ne apprezzo l’essenza e le qualità. L’idea del concetto forma un blocco e di fronte ad un concetto non vi è una prospettiva.

Alla radice dell’essere

La radice del nostro essere è uno spazio aperto; guardare il cielo per un istante e poi possiamo sempre tornare e esserci. C’è uno spazio aperto in noi, è sempre lì, per noi.
A volte facciamo di tutto per non toccare questo spazio e ci obblighiamo a controllare ciò che non è controllabile, vogliamo definire, vogliamo realizzare, vogliamo qualcosa di tangibile, da toccare.
E occorre tempo per accogliere la nostra condizione umana e per poter supportare e contenere solitudine e sofferenza che ci appartengono in quanto esseri umani. E anche questo siamo: solitudine e sofferenza.